“TI
INNALZERO’ FINO AL CIELO”
ALCUNI TESTIMONI “SCOMPARSI” DI VIA
GRADOLI
VERONICA KOROSEC: DA VIA DUE PONTI
146 A VIA GRADOLI 96
DUE ATTRICI, UN
REGISTA, UNA AUSTIN AZZURRA PARCHEGGIATA MALE, UN DISCUSSO NIGHT CLUB, UN
AVVOCATO POTENTE, UN EX FIDANZATO SOPRA LE RIGHE.
ED UN COVO BR.
(di: Andrea Guidi)
INTRODUZIONE.
PARAFRASANDO VLADIMIRO
SATTA:
“ODISSEA” NEL CASO MORO, MA
SENZA RITORNO AD ITACA:
PUNTI SPARSI, TRA MERE
COINCIDENZE (E, FORSE, FISICA QUANTISTICA).
Quella che presento in questo
saggio è una delle rappresentazioni possibili di come legami e nessi, tra fatti
e persone variamente inscrivibili nella articolata storia del sequestro Moro, lungi
dal trovare spiegazione nella ricorrenza di mere coincidenze, costituiscono
invece una costante che connota l’intera vicenda del sequestro dell’uomo
politico.
Si tratta di ricorrenze che anche
solo analizzate sotto il profilo statistico, ci trasmettono la certezza che
esse NON poterono essere il mero frutto di una casuale collocazione di quei
nomi, eventi, relazioni interpersonali, all’interno del perimetro che definisce
e delimita la storia del sequestro.
Il nome di Veronica Korosec, a
seguito dell’analisi compiuta per la redazione de precedenti due articoli prodotti sul nesso tra Via Gradoli e Via Due
Ponti, mi ha in seguito condotto a scoprire i nessi di costei (direi - per la
sorpresa che auspico sia comprensibile -
un vero e proprio “entanglement” quantistico), con il regista
Leopoldo Savona: padre dell’attrice – anche di “fotoromanzi” dell’epoca
- Isabella Savona, all’epoca fidanzata e poi
moglie di Patrizio Bonanni, al
quale- a torto o a ragione – è stata ricondotta la disponibilità della Austin
azzurra crivellata di proiettili il 16 marzo 1978 e parcheggiata sull’angolo
destro tra Via Fani e Via Stresa la mattina del 16 marzo 1978, esattamente
sulla destra della Fiat 130 che trasportava Aldo Moro.
La testimone “scomparsa”, ma dovrei dire meglio: “i testimoni scomparsi”, di cui parlo nel titolo, sono dunque: